|
16 Ottobre 2014 - Nutrizione clinica-Metodo Resseguier
Anna D'Eugenio- Jean Paul Resseguier
Non c’è dieta che vada bene per tutti, come non c’è nulla che vada bene per tutti. Esistono le regole, i modelli ma ogni individuo ha necessità diverse e la dieta deve essere adeguata a queste necessità. Guardare la forma del corpo, studiare il funzionamento attraverso gli esami clinici ma soprattutto valutare le risposte dopo i pasti,dà informazioni su come il singolo corpo funziona e quindi orienta la dieta.
(A.D’Eugenio)
L'attitudine che un individuo assume durante lo svolgimento delle proprie attività anche in funzione della relazione con l’altro è ciò che chiamiamo la «postura d’accompagnamento». Essa è il tono silenzioso e preciso del nostro posizionamento, uno stato d’essere chiaro e distinto, di vera disponibilità ad agire acquisendo un contatto diretto e attento con la situazione nella quale ci si trova."
(J. P. Rességuier)
L’impulso metabolico sostenuto dal pasto, accompagna la persona quotidianamente, entra nelle case, negli organismi e negli organi, trasforma e scolpisce le forme dei corpi. La qualità del cibo associata allo stimolo appropriato rendono luminoso lo sguardo e luminosa la pelle. Un corpo che funziona restituisce un senso di leggerezza e di forza allo stesso tempo. Il benessere si appropria del corpo suo malgrado e migliora l’umore e lo stato di salute della persona. E’ importante che nel corso della terapia si crei una costante attenzione e relazione con il cibo, una consapevolezza legata allo scoprire o riscoprire le sensazioni che il pasto determina. Solo così le associazioni alimentari appropriate saranno riconosciute e quindi mantenute, perché diventate coscienza di benessere.
La postura d’ accompagnamento implica uno stato attivo dell’attenzione per la quale la presenza-partecipazione di chi accompagna diventa costante, assoluta e diffusa per permettere all'incontro di avvenire pienamente. Il rapporto sottoverbale che si instaura tra terapeuta e paziente, fatto meno di formalismi e più di empatia, permette al paziente di non essere un oggetto di cura ma un soggetto che interagisce. Questo tipo di postura poiché richiede uno stato attivo nell’attenzione, comporta uno scambio e genera un rapporto tra chi accompagna e chi viene accompagnato, nel quale la presenza-partecipazione di chi accompagna diventa costante.
L’idea di creare una relazione tra questi due pensieri è stata alla base del seminario del 7-8 ottobre. Ascoltando Jean Paul Resseguier e la sua forza veniva prepotentemente in mente il detto di Eraclito “il carattere è il destino”.
In questo incontro ci siamo occupati maggiormente dell’aspetto ormonale femminile e Jean Paul Rességuier ha spiegato e dimostrato come si mette in moto l’energia di guarigione, quella energia che potrà attingere al percorso nutrizionale intrapreso per avere forza e continuità.
|
|