 |
|
|
|
|
|
In questi ultimi anni di lavoro clinico ho trattato moltissime condizioni patologiche, utilizzando come strumento esclusivamente l’alimentazione. Mi è stato possibile sperimentare che gli alimenti che introduciamo nel nostro corpo ripetutamente durante la giornata, non sono solo ciò che ci mantiene in vita e sani, ma possono diventare il primo presidio terapeutico per aiutare un organismo ammalato. Una costante campagna di informazione spiega l’utilità di una corretta alimentazione per mantenersi in salute, molto meno conosciuta è invece la possibilità di usare l’alimentazione come cura per tante disfunzioni o malattie. Negli anni ho avuto la possibilità di raccogliere una serie importante di dati; è sulla base di questa esperienza personale che mi sento di affermare che l’alimentazione può essere uno strumento di cura, a volte risolutivo, altre volte di aiuto ad altre terapie mediche consentendo loro di essere più efficaci e meglio tollerate.
Nell’attività quotidiana utilizzo la terapia nutrizionale in diversi ambiti.
Il più conosciuto è sicuramente quello classico dell’obesità e delle patologie ad essa correlate: ipertensione, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e diabete, nei quali il trattamento dietetico ha un ruolo riconosciuto. Molto interessante l’effetto però che la nutrizione può avere in molte altre condizioni cliniche.
La patologia così detta “funzionale o psicosomatica” è sicuramente uno dei motivi più frequenti di richiesta di intervento medico e uno degli ambiti nei quali i medici hanno meno strumenti e faticano ad ottenere risultati soddisfacenti. Disturbi come le coliti (sindrome del colon irritabile), le gastralgie, le astenie, i disturbi del sonno, le cefalee, anche se non danno costantemente alterazioni degli esami di laboratorio, sono causa di grossi disagi per l’individuo che ne soffre. Nella mia esperienza, con un trattamento alimentare adeguato, si possono risolvere o migliorare in modo significativo.
Un altro ambito del quale mi occupo da sempre è quello dei disturbi disfunzioni del corpo femminile. Sperimento quotidianamente che non si può curare il corpo di una donna senza tener conto del suo ritmo ormonale, autentica peculiarità del genere femminile. Ho trattato con la terapia nutrizionale diversi quadri clinici: dalla sindrome premestruale, all’imbibizione della fase progestinica, all’aumento di peso nel periodo della menopausa, alle irregolarità mestruali, ai cicli anovulatori, alla sindrome dell’ovaio micropolicistico ed altre ancora. La gravidanza, con il suo corollario di fastidi e malesseri ma soprattutto con i rischi di diabete e ipertensione arteriosa che si porta dietro, è un altro ambito nel quale, con l’alimentazione, è possibile prevenire e curare prima di dover ricorrere ad ulteriori metodi terapeutici. Tutelare la gravidanza significa tutelare il prodotto del concepimento, evitando una serie di insulti che le varie situazioni disfunzionali della madre possono creare.
L’evoluzione ultima della mia attività clinica è nell’ambito delle malattie oncologiche. La dieta, secondo la mia esperienza, può accompagnare durante la chemioterapia riducendone drasticamente i sintomi, gli effetti collaterali e migliorando la qualità di vita. Alla fine di questi trattamenti lunghi e invasivi, permette poi un recupero rapido, un ritorno veloce alla normalità dei parametri di laboratorio.
Moltissimi malati oncologici chiedono sostegno attraverso la dieta, percependone l’importanza. Le informazioni fornite nei centri specializzati sono sempre molto generiche, niente fritti, né alcool, né caffè, pochi dolci, tante fibre, bere molto. Molti di questi malati però si accorgono, ad esempio, che bere troppo è controproducente, perché aumenta la nausea e il vomito già presenti e non controllati totalmente dai farmaci antiemetici.
Tutto questo non è possibile, però, con una dieta generica, studiata sulle necessità nutrizionali di un gruppo di individui, ma solo personalizzando il trattamento. E’ necessario controllare giorno per giorno il corpo che si vuole aiutare e sostenere. I sintomi presentati (mal di testa, mal di stomaco, alterazioni del transito intestinale, eventuali disturbi del sonno, dell’energia…) orientano la dieta, creando delle soluzioni nutrizionali capaci di correggere le anomalie. Se il paziente ha mal di testa e sente il corpo imbibito il pasto che segue dovrà essere diuretico, se c’è insonnia il pasto della sera dovrà essere sedativo, se c’è mal di stomaco l’associazione dei cibi deve essere capace di lenirlo. Solo così la dieta interverrà in modo proficuo sul corpo, diventando strumento di correzione dei meccanismi metabolici alterati.
|
|
|
|
|
|